Addio Oliviero Toscani artista scomodo e provocatore sociale

In sessant’anni di carriera ha parlato attraverso la lente della sua macchina fotografica, senza censure.

Il celebre fotografo Oliviero Toscani, è morto a 82 anni, il 13 gennaio dopo aver combattuto per anni una terribile malattia che in pochissimo tempo lo ha consumato, l’amiloidosi.  L’artista, nato a Milano ma toscano d’adozione, insieme a Benetton aveva formato un sodalizio all’insegna dei scatti di denuncia sociale, su temi scomodi e difficili da raccontare, spesso stigmatizzati o scansati dalla società. Dalla fame al razzismo, dall’anoressia alla pena di morte, l’Hiv ,la religione ma anche la guerra e il sesso

Oliviero Toscani per United Colors of Benetton | Courtesy © Oliviero Toscani

Le sue campagne pubblicitarie sono diventate famose non solo per le immagini audaci e provocatorie, ma sopratutto per il messaggio sociale che trasmettevano. 

Tra i soggetti che più hanno fatto discutere, si ricordano un malato di AIDS rappresentato come una pietà, un bacio tra un prete e una suora e tre cuori identici contrassegnati dalle scritte “bianco”, “nero” e “giallo”, in un chiaro invito a riflettere sull’assurdità del razzismo

Non privo di controversie, il suo rapporto con Benetton si interruppe nel 2000, quando una campagna che mostrava i volti di detenuti nel braccio della morte negli Stati Uniti suscitò un’ondata di critiche. Toscani difese la sua scelta, affermando che l’intento era quello di stimolare una riflessione sulla pena di morte, piuttosto che vendere abiti.

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